Nel 2008 ho contattato Heiko Hoepfinger, creatore del marchio BassLab, per la realizzazione di una chitarra su mie specifiche. All’epoca il mondo del custom per quanto riguarda la chitarre non era così in voga come oggi e poter realizzare uno strumento custom era davvero una cosa speciale e particolare, quindi perchè non scegliere gli strumenti più alieni disponibili?
Come si vede subito, la prima cosa che colpisce è proprio la forma inusuale di questo strumento. BassLab produce i suoi strumenti in un materiale composito proprietario brevettato anzichè in legno. L’uso di questo materiale dà allo strumento un suono più vivo, aperto e arioso.
Di seguito le principali caratteristiche di questa chitarra:
- È completamente cava, anche il manico
- 7 corde, accordatura ADGCFAD
- Headless, ponte fisso ETS
- 26 tasti, jumbo in acciaio
- Pickup Seymour Duncan passivi (modello custom al ponte, modello jazz al manico)
- Controllo volume con kill switch (tirando la manopola, il segnale viene completamente interrotto)
- Selettore pickup a 3 posizioni
- Colore grigio metallico Ford
- Segnaposizione a forma di chiave di basso al 12mo tasto
- Segnatasti a forma di diamante, neri, a bordo manico
- Ingresso jack ergonomico
- La mia firma è presente sia nello scasso sotto il ponte, sia sul retro del manico
La cosa principale che le persone mi chiedono su questa chitarra riguarda il suono. La forma è evidentemente scioccante, ma come suonerà questo manufatto alieno apparentemente fatto di plastica? La risposta è: suona assolutamente da paura, a patto di scegliere i suoni giusti che la valorizzino. Ricordiamoci che parliamo pur sempre di uno strumento cavo, quindi affine al mondo delle semiacustiche.
A chitarra spenta, senza alcun cavo attaccato, il corpo e il materiale risonante producono un suono morbido, aperto, arioso. Se dopo averla suonata per un po’ tornate a una tradizionale solid body in legno, noterete che quest’ultima suona in qualche modo “soffocata”, come se il suono provenisse da sotto una coperta. La BassLab suona invece calda, presente e dinamica, con un tantino di volume in più. Anche il paragone con una normale semiacustica è interessante: qui la differenza si percepisce a livello di armoniche: lo strumento tende a mitigare le armoniche pari, dando un suono più stabile e più morbido anche se con un sustain leggermente più breve.
A chitarra collegata all’amplificatore, ci sono molte considerazioni da fare: probabilmente questo strumento non è adatto a tutti. Nuovamente, si percepisce la grossa differenza di respiro. Tuttavia bisogna stare molto attenti a impostare eventuali distorsioni e overdrive: lo strumento è cavo e alcune frequenze specifiche produrranno delle fastidiosissime risonanze, specialmente ad alti volumi o in situazioni di palco. Anche l’action minimale (l’altezza media delle corde sul manico è sempre sotto il millimetro su tutta la tastiera) fa facilmente innescare rumori e fischi vari, se la nostra tecnica è approssimativa o in generale molto ruspante.
Una volta riusciti però a trovare il giusto equilibrio tra suoni (io ci ho suonato anche death metal, quindi non spaventatevi per quanto detto sopra, si tratta solo di perder qualche minuto in più a girar manopole) e tecnica e sensibilità delle proprie mani, le soddisfazioni sono incredibili.
Questa chitarra si imbraccia e ti abbraccia, per via della sua forma. Il bilanciamento dei pesi (quasi nulli) è perfetto e ti trovi addosso uno strumento che sembra esserti letteralmente colato addosso. Le note singole cantano e si modellano in base tuoi movimenti, e gli accordi suonano pieni e definiti.
Dopo più di 10 anni, rimane lo strumento migliore di cui dispongo.